venerdì 26 novembre 2010

La saggezza delle fiabe...parabole della vita.....

Il piccolo principe,che assisteva alla formazione di un bocciolo enorme,sentiva che ne sarebbe uscita un'apparizione miracolosa,ma il fiore non smetteva più di prepararsi a essere bello,al riparo della sua camera verde. Sceglieva con cura i suoi colori,si vestiva lentamente,aggiustava i suoi petali uno a uno. Non voleva uscire sgualcito come un papavero. Non voleva apparire che nel pieno splendore della sua bellezza. Eh,sì,c'era una gran civetteria in tutto questo! La sua misteriosa toeletta era durata giorni e giorni. E poi,ecco che un mattino,proprio all'ora del levar del sole,si era mostrato.
E lui,che aveva lavorato con tanta precisione,disse sbadigliando:
"Ah! mi svegli ora. Ti chiedo scusa...sono ancora tutto spettinato..."
Il piccolo principe allora non potè frenare la sua ammirazione:
"Come sei bello!"
"Vero",rispose dolcemente il fiore,"e sono nato insieme al sole..."
Il piccolo principe indovinò che non era molto modesto,ma era così commovente!
"Credo che sia l'ora del caffè e del latte" aveva soggiunto,"vorresti pensare a me..."
E il piccolo principe,tutto confuso,andò a cercare un innaffiatoio di acqua fresca e servì al fiore la sua colazione.
Così l'aveva ben presto tormentato con la sua vanità un poco ombrosa. Per esempio,un giorno,parlando delle sue quattro spine,gli aveva detto:
"Possono venire le tigri,con i loro artigli!"
"Non ci sono tigri sul mio pianeta" aveva obbiettato il piccolo principe,"e poi le tigri non mangiano l'erba".
"Io non sono un'erba",aveva dolcemente risposto il fiore.
"Scusami..."
"Non ho paura delle tigri,ma ho orrore delle correnti d'aria...Non avresti per caso un paravento?"
"Orrore delle correnti d'aria?E' un pò grave per una pianta" aveva osservato il piccolo principe. "E' molto complicato questo fiore..."
"Alla sera mi metterai al riparo sotto una campana di vetro.Fa molto freddo qui da te...Non è una sistemazione che mi soddisfi. Da dove vengo io..."
Ma si era interrotto. Era venuto sotto forma di seme. Non poteva sapere nulla degli altri mondi. Umiliato di essersi lasciato sorprendere a dire una bugia così ingenua,aveva tossito due o tre volte,per mettere il piccolo principe dalla parte del torto...
"E questo paravento?"
"Andavo a cercarlo,ma tu parlavi!"
Allora aveva forzato la sua tosse per fargli venire dei rimorsi. Così il piccolo principe,nonostante tutta la buona volontà del suo amore,aveva cominciato a dubitare di lui. Aveva preso sul serio delle parole senza importanza che l'avevano reso infelice.
"Avrei dovuto non ascoltarlo",mi confidò un giorno,"non bisogna mai ascoltare i fiori. Basta guardarli e respirarli. Il mio,profumava il mio pianeta,ma non sapevo rallegrarmene. Quella storia degli artigli,che mi aveva tanto raggelato,avrebbe dovuto intenerirmi".
E mi confidò ancora:
"Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti,non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuti indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare".
........
E quando innaffiò per l'ultima volta il suo fiore,e si preparò a metterlo al riparo sotto la campana di vetro,scoprì che aveva una gran voglia di piangere.
"Addio",disse al fiore.
Ma il fiore non rispose.
"Addio",ripeté.
Il fiore tossì. Ma non perché fosse raffreddato.
"Sono stato uno sciocco",disse finalmente,"scusami e cerca di essere felice".
Fu sorpreso dalla mancanza di rimproveri. Ne rimase sconcertato,con la campana di vetro per aria. Non capiva quella calma dolcezza.
"Ma sì,ti voglio bene",disse il fiore,"e tu non l'hai saputo per colpa mia. Questo non ha importanza ma sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice. Lascia questa campana di vetro,non la voglio più".
"Ma il vento..."
"Non sono così raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà bene. Sono un fiore".
"Ma le bestie..."
"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle,sembra che siano così belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli".
E mostrava ingenuamente le sue quattro spine.
Poi continuò:
"Non indugiare così,è irritante. Hai deciso di partire e allora vattene".
Perché non voleva che io lo vedessi piangere.
Era un fiore così orgoglioso...
..........
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno",disse la volpe.
"Buon giorno",rispose gentilmente il piccolo principe,voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui" disse la voce,"sotto al melo..."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe,"sei molto carino..."
"Sono una volpe",disse la volpe.
"Vieni a giocare con me" le propose il piccolo principe,"sono così triste..."
"Non posso giocare con te",disse la volpe,"non sono addomesticata".
"Ah!Scusa" fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire "addomesticare"?"
"Non sei di queste parti,tu",disse la volpe,"cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini",disse il piccolo principe. "Cosa vuol dire "addomesticare"?"
"Gli uomini",disse la volpe,"hanno dei fucili e cacciano.E' molto noioso!Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No",disse il piccolo principe."Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?
E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"..."
"Creare dei legami?"
"Certo",disse la volpe. "Tu,fino ad ora,per me,non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi,noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo,e io sarò per te unica al mondo".
"Comincio a capire",disse il piccolo principe. "C'è un fiore....credo che mi abbia addomesticato...."
"E' possibile",disse la volpe,"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline,e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano,e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi,la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo,mi farà uscire dalla tana,come una musica. E poi guarda!Vedi,laggiù in fondo,dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano,per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano,che è dorato,mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore....addomesticami",disse.
"Volentieri",rispose il piccolo principe,"ma non ho molto tempo,però. Ho da scoprire degli amici,e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano",disse la volpe.
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti",rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un pò lontano da me,così,nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino..."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora",disse la volpe. "Se tu vieni,per esmpio,tutti i pomeriggi alle quattro,dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro,incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando,io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore...ci vogliono i riti".
......
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!"disse la volpe,"....piangerò".
"La colpa è tua" disse il piccolo principe,"io non ti volevo far del male,ma tu hai voluto che ti addomesticassi.."
"E' vero"disse la volpe.
"Ma piangerai!"disse il piccolo principe.
"E' certo"disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno",disse la volpe,"il colore del grano".

                                                                                          Antoine De Saint-Exupéry

mercoledì 24 novembre 2010

 "La differenza fra l'amore e il sesso è che il sesso allevia le tensioni, l'amore le provoca."
                                                                                                          Woody Allen

martedì 23 novembre 2010

L'educazione vi prego sull'amore 2 - L'amante

  "All'inizio l'amante prende solo il meglio:la clandestinità,lo stato nomade delle cose donano al rapporto il rinnovamento perpetuo,l'antidoto alla noia.
Che sia una stanza d'albergo a tante stelle o una branda rimediata a casa di un amico,lo spazio dedicato all'amante è profondamente intimo,magico,avvolto nell'oro del tempo a disposizione,nel valore che ha da sempre ciò che è stato fortemente voluto contro ogni ragionevolezza.

  Ma l'idillio potrebbe finire qualora l'amante smettesse di essere appagato dai paradisi periodici,interrotti,clandestini. Assuefatto all'effetto rinascita,desiderato e amato centomila volte in tutti i letti possibili,potrebbe cadere sotto l'influsso della legge dell'insoddisfazione e volere di più - tutto- anche quella routine dalla quale è stato magicamente preservato.
Potrebbero iniziare a essere desiderabili persino i week-end,le feste,i natali e tutte quelle occasioni in cui non era proprio possibile trovare una scusa per fuggire insieme chissà dove,come anche le rassicurazioni dei piccoli dettagli quotidiani,che se da una parte spengono la passione,dall'altra sigillano le unioni.

  Il romantico potrebbe dire:è normale che l'amante,evolutosi dal desiderio all'amore profondo,desideri coronarlo raggiungendo un orizzonte simile a quello dal quale è fuggito: il quotidiano. E' normale che ricerchi per amore la condivisione della pantofola,che non si contenti di essere la parte più desiderabile.
Egli dirà:"Sarò anche l'amore,ma resto marginale. Se mi ami devi dimostrarmelo con l'azione. Non quella della fuga,del ritaglio,ma quella che trasformerà una volta per tutte le nostre vite". L'amante sta ponendo la stessa domanda delle gemelle di Shining nel corridoio dell'albergo: "Vuoi giocare con me, per sempre?"

  L'amante esigerà una scelta, una presa di posizione e spesso scoprirà un fatto curioso: che quasi nessuno, una volta ottenuta una fetta di felicità, ha il coraggio di crederle fino in fondo.
Che i più sono terrorizzati di abbandonare il vecchio per il nuovo e che, con la stessa irragionevolezza con cui si perseguono le gioie impossibili, rifuggono quelle realizzabili.
E che un sasso, per quanto pesante e incapace di volare, ben piantato in terra dura più di una bolla d'aria."

                                                                   L'educazione vi prego sull'amore
                                                                                              Roberto Ruspoli

L'educazione vi prego sull'amore 1- il traditore che non confessa

  "Io che ti ho tradito mi assumo le conseguenze del mio gesto,non mi azzardo a scaricarmi il peso dalla coscienza (evidentemente ne ho una), ma gestisco da solo l'impoverimento delle emozioni che provo.

  Tradendoti ho preso atto di esserne capace,ho reso meno splendente la nostra relazione. Non spero di alleviarmi la coscienza condividendo quel che ho fatto con te, (mal comune mezzo gaudio).
Non sciolgo la polvere che mi avvelena nel liquido delle cose pronunciate, ma ti proteggo, poiché ti amo, dalla scoperta dell'incostanza del mio amore."

                                                                             L'educazione vi prego sull'amore
                                                                                                     Roberto Ruspoli 

domenica 21 novembre 2010

L'urgenza...non c'è.

Aprire un blog...
Ecco una cosa che non avrei mai pensato di fare.
E ora che lo scoglio tecnico del come si faccia è stato superato,ora che mi trovo di fronte al cursore che lampeggia,mi domando cosa diavolo mi sia venuto in mente.
Non ho mai avuto la costanza di tenere un diario,nemmeno quello segreto che,sotto chiave,avrebbe dovuto custodire le  peggio minchiate di quell'epoca infame che chiamiamo adolescenza!
Sarà che mi sono stufata di leggere quelli degli altri,o che passo troppo tempo davanti a un computer,ma confesso di non sentirmi troppo a mio agio ora che mi cimento nell'impresa.
Qualcuno che conosco mi chiederebbe dove sta l'urgenza.
(Immaginatelo detto con tono di strafottenza e superiorità,con tanto di sopracciglio alzato...)
E infatti non c'è.
E' solo che è domenica, piove che Dio la manda,la libreria è deserta e se faccio un altro solitario rischio le convulsioni!
E poi mai perdere l'occasione di stupire se stessi facendo qualcosa che pensavi non avresti fatto mai!
Contraddirsi è un diritto sacrosanto!

C.