martedì 14 febbraio 2012

Un buon non-compleanno a me!

Nella notte tra il 13 e il 14 febbraio di tre hanni fa ho avuto un brutto incidente d'auto, occasione per uno di quei bivi alla sliding doors in cui si devia dal sentiero di briciole di pane che seguivi nella vita.
In un attimo mi son trovata senza casa, senza lavoro, abbandonata dalla mia famiglia e con le gambe rotte...momenti orribili,mica brustolini.
Lo straordinario però è che è stata la cosa migliore che mi potesse capitare.
Da tempo ormai sguazzavo in un limbo di insoddisfazione e apatia, frustrazione peggiore di una crisi da affrontare, di problemi da risolvere: stavo male senza capire perchè, senza avere un nemico contro cui impugnare armi e combattere.
Ero ostaggio di me stessa, imprigionata in un colloso circolo vizioso.
E così trascinavo i giorni, sopravvivendo, null'altro.
Quell'incidente mi ha costretta a riappropriarmi di me stessa, mi ha scrollata dal torpore facendomi gioire del semplice fatto di essere ancora viva.
Per la serie non tutto il male vien per nuocere...
Da quella notte so che ogni giorno è un regalo; ho imparato la libertà per il semplice fatto di poter camminare, l'indipendenza perchè sono in grado di fare la doccia senza aiuto, il valore del tempo perchè non è infinito e che nessun problema è davvero tale finchè posso arrivare da sola allo scaffale col barattolo dei biscotti.
Ho ricominciato la conta daccapo, con un nuovo compleanno che ci tengo a festeggiare,(possibilmente in viaggio, perchè potrebbe mai esserci festa più bella?!?), un punto zero dacchè sono una persona diversa, forse non migliore ma sicuramente più felice, equilibrata e soprattuto grata.
Perciò..."un buon non compleannooooo aaaaaaa meeeeeeeeeee!!!"

Manna

Siamo in Romagna e da giorni nevica che Dio la manda.
Disagi e gesti di solidarietà spontanei, conditi da una certa dose di ironia e dignità, si bilanciano e fanno sì che da un'esperienza apparentemente brutta questa terra trarrà indicibili benefici, quali autostima e un profondo senso di fiducia nel prossimo.
A me ha regalato molto: tempo,nuovi riti e il gusto di sentire di essersi guadagnati cose come il pane fresco, l'aperitivo con gli amici e l'accesso alla mia casa!
A suo modo Dio ci ha mandato davvero la manna dal cielo.

martedì 7 febbraio 2012

Fuoripista

Saper seguire l'ispirazione del momento, abbandonarsi all'istinto, concedersi all'improvvisazione, all'errore, fin'anche al lusso della contraddizione è una preziosa forma di libertà; considerata non particolarmente nobile, implica il coraggio di mollare la fune con la quale andiamo in cordata con gli altri, rinunciare al sentiero battuto del senso comune.
Per chi come a me è stato insegnato il valore della coerenza avventurarsi tra i propri desideri con onestà può svelare un sottobosco di pensieri arbitrariamente ignorati, lì così, a macerare inutilmente sotto la cupola del "non posso,non va bene".
Poi azzardi un'occhiata franca e senti che anche solo lo stargli avanti, l'osservarli, l'ammetterli, foss'anche solo a se stessi, provoca come una vertigine: li osservi stupita e ti chiedi da dove cavolo saltino fuori,che tu mica ne sapevi niente che quei desideri se ne stavano lì, a foderarti lo stomaco.
Ora che li vedi non potrai coprirli di nuovo come polvere sotto a un tappeto.
E quella vertigine si paleserà, concretizzandosi in una frase netta, parole che ti costringeranno a spalle al muro, un punto di non ritorno: "E mò?"

sabato 4 febbraio 2012

Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento

"Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche solo le strade, ce n'era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una
A scegliere una donna
Una casa,una terra che sia la vostra,un paesaggio da guardare,un modo di morire
Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n'è
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità, solo a pensarla? A viverla...
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. E' un viaggio troppo lungo. E' una donna troppo bella. E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò. Lasciatemi tornare indietro.
Per favore"
Novecento (Alessandro Baricco)