lunedì 22 ottobre 2012

SUFFRAGETTE A NOI!

Oggi,h 13. In una Cesenatico affollata di gente in ritardo per il pranzo la mia macchina decide di mollarmi sotto ad un cavalcavia, causando ovviamente il maggior danno possibile alla circolazione stradale. Ok, sono un'idiota, lo ammetto: troppo a lungo ho gareggiato con la spia della riserva e nella quotidiana sfida che da sempre ci lanciamo oggi ha vinto lei. Con indosso la mia divisa da infermiera, (più simile a quella dei meccanici della Ferrari in effetti), e un'espressione atterrita, tra i clacson e gli insulti degli automobilisti, tento i numeri di emergenza di polizia, vigili urbani e carabinieri all'unico scopo di sentirmi palleggiata tra un centralino e l'altro. Rivolgo dunque una supplica al carroattrezzi fermo in fila, il quale, snobbandomi senza abbassare il finestrino, mi indica l'orologio: immagino che per il signore il gesto sia più che esaustivo e capisco anche che questo sia il massimo della cavalleria che ci si può aspettare in questo secolo infame. Poi, come un Superman in gonnella,vedo scendere a passo sostenuto Carlotta, vecchia amica dai tempi delle scuole elementari. Due sole donne, a furia di maledizioni e sudore, riusciranno a spingere l'odioso ammasso di ferraglia fino al centro della rotonda. In salita. Solo allora, tra tutto lo sciamare di macchine infastidite dal nostro ingombro, alcuni signori si fermeranno ad aiutarci, non senza ironici commenti circa la curiosa assenza di uomini solerti. A quel punto, andare a prendere la benzina, rubare una tanica di detersivo da un cortile e fabbricare un imbuto con una cartelletta di plastica alla Mc Gyver, come epilogo, mi pare davvero l'unico possibile.